SAPERE PER CRESCERE INSIEME, NON PER PRIMEGGIARE

Finite le vacanze di Natale, eccoci rientrare a scuola. Sono certo che ne siamo tutte e tutti felici, perché vogliamo crescere e imparare insieme.

Sono tra quanti, nell’ascoltare la prima ministra Giorgia Meloni annunciare che Giuseppe Valditara veniva nominato ministro dell’Istruzione e del merito, è saltato dalla sua poltrona, volando subito a quel maestro che è il nostro don Lorenzo Milani ‒ di cui quest’anno a maggio ricorderemo il centenario della nascita ‒ che di certo si ribalta nella sua tomba lassù, nel minuscolo cimitero di Barbiana, nel Mugello, sulla quale mi sono più volte inginocchiato.

Lui ‒ il giovane borghese, che seppe gettarsi alle spalle la sua vita privilegiata per mettersi dalla parte degli ultimi ‒ il merito lo… odiava, perché prima bisognava rimuovere le cause che creano diseguaglianze.

Sognava, infatti, una società in cui non ci sarebbe più stato posto per individualismo e competizione. Sapeva che nessuna persona parte dalla medesima condizione e situazione economica, familiare e sociale… e che “merito” si accompagna spesso a “respinto”. A Barbiana il preferito era l’ultimo. E si riteneva sommamente iniquo dare lo stesso pezzo di pane a chi ha fame e a chi è sazio…  

La meritocrazia mina e distrugge “la capacità di sognare insieme”. Sono parole di papa Francesco (!). Abbiamo bisogno di una scuola per impararlo o almeno provarci. Perché studiamo e apprendiamo per essere utili alle altre persone nella solidarietà di gruppo. Il sapere serve solo per darlo.

Per prevalere uno sull’altro, invece, una scuola non serve, a meno che così non si chiami il luogo della “selezione naturale” all’interno delle singole classi e si definisca “merito” il vincere.    

«La scuola deve farti venire voglia di apprendere e non paura di essere giudicato», parole sacrosante di una mamma di uno studente del liceo Morgagni di Roma che ha felicemente abolito i voti…