800 ANNI DI PRESEPIO

«Vorrei rappresentare il Bambino nato a Betlemme, e in qualche modo vedere con gli occhi del corpo i disagi in cui si è trovato per la mancanza delle cose necessarie a un neonato, come fu adagiato in una greppia e come giaceva sul fieno tra il bue e l’asinello».

Così si rivolge Francesco di Assisi, quindici giorni prima di Natale, a Giovanni, un uomo di Greccio (700 metri di altitudine sul livello del mare, nell’Alto Lazio ai confini con l’Umbria), pregandolo di aiutarlo nell’attuare il suo desiderio.

Così è nato il presepe dalla mente di Francesco che lo allestì per la prima volta a Greccio nel 1223. Il santo amava visitare quei luoghi per la bellezza del paesaggio, che gli ricordava tanto quello della Palestina, e di Betlemme in particolare, dove si era recato in visita, e per la semplicità degli abitanti del paese. Per lui non era necessario riconquistare il Santo Sepolcro di Gerusalemme per mezzo delle crociate, come succedeva allora, perché la nascita di Gesù può essere commemorata dovunque.

«Mentre contempliamo la scena del Natale siamo invitati a metterci spiritualmente in cammino, attratti dall’umiltà di Colui che si è fatto uomo per incontrare ciascuno di noi», scrive papa Francesco nella lettera “Il mirabile segno” sul significato e il valore del presepe. Che ‒ aggiunge Francesco ‒  deve rimanere una «bella tradizione delle nostre famiglie», così come è bene che prosegua «la consuetudine di allestirlo nei luoghi di lavoro, nelle scuole, negli ospedali, nelle carceri, nelle piazze…».

E io ti immagino a comporre il presepe, aiutato dai genitori, così da poter rivivere quella storia semplice, e allo stesso tempo meravigliosa, che si è vissuta a Betlemme. Al centro puoi aggiungere alcune statuine simboliche: quelle di poveri e di gente che non conosce altra abbondanza se non quella del cuore, come i migranti.

In cammino dunque per raggiungere la grotta e adorare il Bambino principe della pace. A Betlemme, dove i bambini palestinesi, per via della guerra in Israele, non riescono ad avere regolare accesso al Caritas Baby Hospital, l’unico ospedale interamente specializzato in pediatria in Palestina. Come preservare allora il diritto fondamentale di ogni bambino e bambina alla salute?

Buon Natale.